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ARCHITETTI liberi professionisti + ARCHITETTI pubblica amministrazione = QUALITÀ  DEL VIVERE CIVILE

Siamo stati contattati da diversi colleghi della pubblica amministrazione sorpresi, e in parte infastiditi, dall’aver trovato al punto ottavo del nostro programma la proposta di separare gli albi all’interno dell’Ordine come se volessimo mettere in contrapposizione le rispettive realtà lavorative.

Prima di tutto registriamo una carenza nel comunicare i nostri intenti che andavano esattamente nella direzione opposta.

Il programma di PRO è stato redatto attraverso una collaborazione serrata con i dipendenti pubblici. Non a caso abbiamo nelle file del nostro Movimento diversi tecnici della pubblica amministrazione. Due di questi sono nella Lista che si presenta alle elezioni, come Vito Rocco Panetta di Roma Capitale e Chiara Tonelli dell’Università Roma 3.
Abbiamo fatto inoltre più di venti incontri sia in provincia sia a Roma dove spesso è venuta fuori la questione del rapporto tra tecnici che si trovano spesso in contrasto invece di remare insieme per il bene della cittadinanza tutta. Uno di questi incontri si chiamava appunto:

ARCHITETTI liberi professionisti + ARCHITETTI pubblica amministrazione = QUALITÀ  DEL VIVERE CIVILE

Le separazioni all’interno degli albi avviene già tra liberi professionisti, come lo abbiamo per i professori a tempo pieno dell’Università.

Uno studio approfondito e un ripensamento concreto di queste varie realtà vuole andare verso una differenziazione a tutela delle singole professionalità e non verso una discriminazione. Se un tecnico comunale ha maturato competenze importanti è giusto che gli vengano riconosciute e certificate proprio in funzione delle competenze stesse, a volte superiori ai liberi professionisti. La questione della progettazione è stata tirata fuori per tutelare i tecnici della pubblica amministrazione che vengono massacrati da incarichi di vario genere con responsabilità enormi. Spesso si tratta di sfruttamento e non di opportunità. Se un tecnico della pubblica amministrazioni lo si vuole impiegare nella progettazione di nuovi edifici, come nel restauro, lo si deve pagare in modo adeguato, come se fosse un libero professionista, e gli si deve dare l’opportunità di partecipare a concorsi come aggiornamento della sua professionalità. Non se ne può più dello stato che gioca al ribasso sia con i liberi professionisti sia con i suoi tecnici sacrificandoli sull’altare della dignità e del vivere civile.

Se dovessimo essere chiamati a condurre il nostro Ordine, qualsiasi proposta di legge non potrà che non passare attraverso la massima condivisione, il coinvolgimento di tutti gli iscritti.

Altra questione che verrà affrontata sarà anche un ridimensionamento della quota associativa in funzione delle competenze e un chiarimento definitivo nel pagamento delle quote di parte degli impiegati che sembra spettare allo stato.

Per qualsiasi altro chiarimento e per approfondire la tematica in oggetto potete contattarci via mail o chiederci un incontro per confrontarci di persona.

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